Quando si studia la grammatica turca in italiano, essa viene assimilata a quella latina e per questo vengono chiamati casi della declinazione.
Questa definizione farà certamente accendere la lampadina a coloro che hanno studiato latino, ma agli altri, me compresa, non dice molto.
Quindi semplificando al massimo, parleremo di questi casi come suffissi in grado di esprimere specifici complementi.
I casi della declinazione sono sei. Prendendo in prestito la grammatica latina, parliamo di:
- locativo
- dativo
- ablativo
- accusativo
- nominativo
- genitivo
Cosa significa?
Il locativo esprime uno stato in luogo, concreto e astratto, cioè grosso modo significa "in", "nel".
Il suffisso del locativo è -de.
Secondo le regole dell'armonia vocalica e consonantica che abbiamo studiato, sappiamo che esso può presentarsi sotto le forme -de -da -te -ta.
Ev casa evde in casa
Sınıf classe sınıfta in classe
Ev casa evde in casa
Sınıf classe sınıfta in classe
Il dativo esprime un moto a luogo, concreto e astratto, ovvero significa "al", "verso".
Il suffisso del dativo è -e.
Può presentarsi sotto le forme -e -a -ye -ya.
Ev casa eve verso casa
Ankara -> Ankara'ya a/verso Ankara
L'ablativo esprime un moto da luogo, concreto e astratto, cioè significa "dal".
Il suffisso dell'ablativo è -den.
Può presentarsi sotto le forme -den -dan -ten -tan.
Il suffisso dell'ablativo è -den.
Può presentarsi sotto le forme -den -dan -ten -tan.
İş lavoro işten dal lavoro
Tabak piatto tabaktan dal piatto
L'accusativo rende il complemento oggetto definito e si usa solitamente con i verbi che lo richiedono.
Il suffisso dell'accusato è -i.
Può presentarsi sotto le forme -i -u -ı -ü -yi -yu -yı -yü.
E' il caso più complesso e quindi ora non ci soffermeremo troppo sulla sua definizione, ma per rendere l'idea possiamo dire che è necessario tutte le volte in cui va specificato l'oggetto che subisce l'azione espressa dal verbo.
Prendiamo il verbo sevmek, amare. La frase Io amo Carla in turco si dirà Ben Carla'yı seviyorum.
Perché l'accusativo si aggiunge al nome Carla? Perché il verbo "io amo" deve rispondere alla domanda chi amo? e per questo il nome Carla diventa un oggetto che "subisce" l'azione e va definito.
Prendiamo il verbo sevmek, amare. La frase Io amo Carla in turco si dirà Ben Carla'yı seviyorum.
Perché l'accusativo si aggiunge al nome Carla? Perché il verbo "io amo" deve rispondere alla domanda chi amo? e per questo il nome Carla diventa un oggetto che "subisce" l'azione e va definito.
Il nominativo è la forma originale di un nome, senza l'aggiunta di suffissi.
Top palla
Elma mela
Il genitivo mette in relazione due nomi esprimendo un possesso.
Costituisce, insieme ai suffissi del possessivo, il cardine della lingua turca e per questo sarà utile studiarlo approfonditamente in seguito.
Il suffisso del genitivo è -(n)in.
Può presentarsi sotto le forme -(n)in -(n)ın (n)un (n)ün.
Costituisce, insieme ai suffissi del possessivo, il cardine della lingua turca e per questo sarà utile studiarlo approfonditamente in seguito.
Il suffisso del genitivo è -(n)in.
Può presentarsi sotto le forme -(n)in -(n)ın (n)un (n)ün.
Kadın donna kadının della donna
Pastane pasticceria pastanenin della pasticceria
Pastane pasticceria pastanenin della pasticceria
I casi locativo, ablativo e dativo sono quelli che più facilmente possono crearci confusione. Soprattutto in italiano siamo soggetti a confonderli perché spesso nella nostra grammatica tendiamo a sovrapporre diversi significati alla stessa preposizione.
Pensiamo alla preposizione da, ad esempio.
Essa può esprimere tutti e tre i casi sopra citati.
Vediamo come:
Da me non avrai niente
Vado da mamma
Resta da noi
Il da me della prima frase sarà in turco benden
Il da mamma della seconda frase sarà anneye
Il da noi della terza frase sarà invece bizde
Può essere utile a mio avviso pensare alla lingua inglese, in cui la distinzione fra queste preposizione è più netta e più facilmente traducibile in turco.
In ogni caso è certo che una sola ed unica traduzione è impossibile, e che questa si adatta di volta in volta al contesto, ma in linea generale possiamo dire che:
- al suffisso -de corrispondono nel, in, al (italiano) oppure in, at, on (inglese)
- al suffisso -e corrispondono al, a (italiano) oppure to (inglese)
- al suffisso -den corrispondono dal, da (italiano) oppure from (inglese)
Ecco quindi un piccolo schema per fissare questi concetti.
Più avanti studieremo nello specifico ognuno di questi suffissi e faremo moltissimi esercizi.
Per il momento leggete questa panoramica e ricordate che la caratteristica dei casi della declinazione è che ogni parola-radice può contenere uno solo di questi suffissi. Sarebbe impossibile attribuire alla stessa parola più complementi, cioè più significati!
Per il momento leggete questa panoramica e ricordate che la caratteristica dei casi della declinazione è che ogni parola-radice può contenere uno solo di questi suffissi. Sarebbe impossibile attribuire alla stessa parola più complementi, cioè più significati!
Gentilissimo,
RispondiEliminami sto affacciando in modo disordinato al mondo della lingua turca e avrei bisogno di farle una domanda.
Non ho capito esattamente come funzionano i casi, perché, diversamente dal latino e dal greco, a volte mi sembra che le parole vengano declinate "al contrario"..quindi avrei bisogno di una delucidazione.
Succo di melograno si dice "Nar suyu", quindi sembra piu' "Melograno succoDi" col genitivo messo alla parola Su invece che alla parola Nar.
Se fosse stato declinato così, in latino, la traduzione sarebbe "Melograno di acqua".
Non si dovrebbe, invece, dire "Narı Su"?
Mi puo' spiegare il perché?
In altri casi, invece, la logica della declinazione mi sembra uguale a quella latina e greca (cioè, il suffisso si riferisce proprio alla parola cui è posposto)
Grazie di cuore!
Premetto di non aver studiato latino, perciò non posso rispondere dando confronti utili in questo senso.
RispondiEliminaIl mio consiglio è anzi di non affidarsi troppo a una conoscenza grammaticale che è, appunto, solo saltuariamente vicina a quella del turco.
Nel caso citato, nar suyu, non siamo in presenza di un genitivo.
Nel turco infatti esistono due fondamentali strutture:
- lo stato costrutto completo;
- lo stato costrutto incompleto.
*Lo stato costrutto completo si realizza mettendo al primo elemento il suffisso del genitivo e al secondo elemento il suffisso possessivo di terza persona.
Questo indica un rapporto effettivo e definito di possesso.
Es. Bu evin anahtarı / Le chiavi di questa casa.
dove
ev = casa
in = genitivo
anahtar = chiave
ı = possessivo di terza
*Lo stato costrutto incompleto, invece, che riguarda il nostro esempio nar suyu, non indica un possesso, piuttosto mettendo in relazione due elementi crea delle categorie di oggetti/concetti.
Il rapporto cioè non è di possesso, ma di CARATTERIZZAZIONE.
Si compone lasciando il primo elemento al nominativo, e inserendo il suffisso possessivo di terza solo al secondo elemento.
Dunque
ev anahtarı = chiavi di casa (non di una casa specifica, ma definisce l'oggetto chiave nella categoria "chiavi di casa").
Nell'esempio riportato, nar suyu, nar, melograno, è l'elemento caratterizzante, mentre su, acqua/liquido, è quello caratterizzato.
Letteralmente significhirebbe melograno acqua sua, cioè acqua di melograno.
Ma in questo caso non parliamo appunto di un possesso tale da richiedere un genitivo, bensì di una categoria (succo, quale succo? succo di melograno).
Spero sia di aiuto! :)
Molto molto utile! Grazie! 😊
EliminaGentilissimo!
RispondiEliminaCredo, in via teorica, di aver capito.
Domani inizio le mie lezioni di turco e sono sicuro che la pratica trasformerà questa regola in qualcosa di assimilato (in 50 anni.. :-)).
Grazie ancora!
Arnolfo
GentilissimA, non gentilissimO!
RispondiEliminaChiedo scusa!
Arnolfo
Veramente molto utile. Bravissimo/a
RispondiEliminaBel chiarimento. Il discorso sui casi - den - de - ye in italiano si risolve rapidamente con i complementi piuttosto che traducendo il da, così mi pare... Stato in luogo De evde bizde, moto a luogo eve, moto da luogo evden. Con probabilmente una serie di significati figurativi per cui mi pare di capire che lo stato in luogo si utilizzi anche per il possesso come una sorta di "è presso di noi". È da poco che mi sono affacciata alla lingua turca e la trovo affascinante.
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