lunedì 29 dicembre 2014

Il verbo essere. Forma presente affermativa

Come preannunciato nella nostra introduzione, non esiste nella lingua turca un vero e proprio verbo essere, che è in italiano fondamentale anche nel suo ruolo di ausiliare.
L'essere in turco si esprime in due modi: attraverso degli appositi suffissi e con il verbo olmak.

Vediamo nel dettaglio i suffissi, che per comodità chiameremo "del verbo essere", nella loro forma presente affermativa.
Eccoli nello schema riportati in ordine dalla I persona singolare alla III persona plurale.



Seguendo le regole dell'armonia vocalica, dobbiamo ricordare che la vocale i si adegua diventando di volta in volta i ı u ü, mentre la vocale e può diventare a.
Dobbiamo dunque immaginare che ognuno di questi suffissi equivalga a Io sono, Tu sei, Egli è e così via..
Notiamo che la terza persona singolare è vuota. In realtà il suffisso della III persona singolare e plurale sarebbe -dir, ma nella maggior parte dei casi è omesso e sottinteso.
La terza persona plurale non consiste in altro che nel suffisso del plurale, ma anch'esso è per lo più sottinteso e negli esempi vedremo perché.
Prestiamo anche attenzione alle lettere inserite fra parentesi, ed in particolare alla y

Queste vanno utilizzate solo quando necessarie.
Come abbiamo visto nelle regole generali, due vocali non si susseguono mai. Per questo, nel caso in cui la parola-radice termini proprio per vocale, fra questa ed i suffissi inizianti per vocale si interpone la consonante y.


Cosa esprimono questi suffissi?

Proprio come in italiano l'essere non riguarda soltanto un modo, cioè non si riferisce solo ad un aggettivo (sono bello, sono alto ecc..), ma anche ad uno stato (sono sul treno, sono a letto...).

Ricordiamo quindi che i suffissi del verbo essere si legano non soltanto agli aggettivi che esprimono una qualità del soggetto, ma a tutto ciò che può assumere un senso con essi.

Qualche esempio.

Güzelim Sono bello 
Roma’dayım Sono a Roma
Otobüsteyim Sono sull'autobus
Seninleyim Sono con te
Hastayız Siamo malati
Sen misin? Sei tu?
Sıkıcısınız Siete noiosi

Mutluyuz Siamo felici

Vediamo ora nello specifico il caso della III persona singolare e plurale.

Prendiamo la frase 

Marco è intelligente. 
Trattandosi di una III persona singolare, basterà scrivere 
Marco akıllı 
Sarebbe ugualmente giusto scrivere
Marco akıllıdır 
Tuttavia non è necessario e, solitamente, la "precisazione" del suffisso della terza persona 
-dir ha l'effetto di marcare il concetto che si vuole esprimere. Pertanto si usa soprattutto nell'esprimere un giudizio certo, una verità indiscutibile e, non a caso, si applica soprattutto nei testi ufficiali e divulgativi.
Vediamo ad esempio questo breve brano tratto dalla voce "cavallo" di Wikipedia

At, Atgiller (Equidae) familyasına dâhil otçul bir memeli hayvandır.
Il cavallo è un animale mammifero erbivoro appartenente alla famiglia degli Equidae/Atgiller.

Vediamo ora perché non è sempre necessario specificare il suffisso della terza persona plurale.

Prendiamo la frase 

I fiori sono belli
Se il nome fiori è espresso al plurale, viene sottinteso che l'aggettivo è riferito anch'esso al plurale, cioè non vi è concordanza tra nome e aggettivo.
Çiçekler güzeller    ->   Çiçekler güzel
Tutto chiaro?
Provate ora a svolgere questo esercizio.

Oppure andate avanti e studiate il verbo essere presente in forma negativa.

Impara il turco con Tarkan!

Un modo simpatico ed efficace per imparare il turco divertendosi!
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Tarkan al secolo Tarkan Tevetoğlu (Alzey, 17 ottobre 1972) è un cantante turco.
Tarkan è un noto personaggio dei fumetti turchi anni sessanta, simile a Conan il Barbaro, da cui i genitori hanno tratto ispirazione.
Tarkan è conosciuto in Europa e in America soprattutto grazie alla canzone Şımarık (Viziata), rilanciata successivamente come Kiss Kiss da Holly Valance dopo averne acquisito i diritti da Sezen Aksu, anche a seguito di una disputa avuta da questa con Tarkan stesso. Un'altra delle sue hit è stata Sıkıdım (Shake), singolo uscito subito dopo quello di Simarik. [leggi tutto]

domenica 28 dicembre 2014

I casi della declinazione

Nel turco ci sono dei suffissi "speciali" che forniscono un senso particolare alla radice cui si legano.
Quando si studia la grammatica turca in italiano, essa viene assimilata a quella latina e per questo vengono chiamati casi della declinazione.
Questa definizione farà certamente accendere la lampadina a coloro che hanno studiato latino, ma agli altri, me compresa, non dice molto.
Quindi semplificando al massimo, parleremo di questi casi come suffissi in grado di esprimere specifici complementi.
I casi della declinazione sono sei. Prendendo in prestito la grammatica latina, parliamo di:

  • locativo
  • dativo
  • ablativo
  • accusativo
  • nominativo
  • genitivo

Cosa significa?

Il locativo esprime uno stato in luogo, concreto e astratto, cioè grosso modo significa "in", "nel".
Il suffisso del locativo è -de.
Secondo le regole dell'armonia vocalica e consonantica che abbiamo studiato, sappiamo che esso può presentarsi sotto le forme -de -da -te -ta.
Ev casa evde in casa
Sınıf classe sınıfta in classe

Il dativo esprime un moto a luogo, concreto e astratto, ovvero significa "al", "verso".
Il suffisso del dativo è -e.
Può presentarsi sotto le forme -e -a -ye -ya.
Ev casa eve verso casa
Ankara -> Ankara'ya a/verso Ankara

L'ablativo esprime un moto da luogo, concreto e astratto, cioè significa "dal".
Il suffisso dell'ablativo è -den.
Può presentarsi sotto le forme -den -dan -ten -tan.
İş lavoroten dal lavoro
Tabak piatto tabaktan dal piatto

L'accusativo rende il complemento oggetto definito e si usa solitamente con i verbi che lo richiedono.
Il suffisso dell'accusato è -i.
Può presentarsi sotto le forme -i -u -ı -ü -yi -yu -yı -yü.
E' il caso più complesso e quindi ora non ci soffermeremo troppo sulla sua definizione, ma per rendere l'idea possiamo dire che è necessario tutte le volte in cui va specificato l'oggetto che subisce l'azione espressa dal verbo.
Prendiamo il verbo sevmek, amare. La frase Io amo Carla in turco si dirà Ben Carla' seviyorum.
Perché l'accusativo si aggiunge al nome Carla? Perché il verbo "io amo" deve rispondere alla domanda chi amo? e per questo il nome Carla diventa un oggetto che "subisce" l'azione e va definito.

Il nominativo è la forma originale di un nome, senza l'aggiunta di suffissi.
Top palla
Elma mela

Il genitivo mette in relazione due nomi esprimendo un possesso.
Costituisce, insieme ai suffissi del possessivo, il cardine della lingua turca e per questo sarà utile studiarlo approfonditamente in seguito.
Il suffisso del genitivo è -(n)in.
Può presentarsi sotto le forme  -(n)in -(n)ın (n)un (n)ün.
Kadın donna kadının della donna
Pastane pasticceria pastanenin della pasticceria

I casi locativo, ablativo e dativo sono quelli che più facilmente possono crearci confusione. Soprattutto in italiano siamo soggetti a confonderli perché spesso nella nostra grammatica tendiamo a sovrapporre diversi significati alla stessa preposizione.
Pensiamo alla preposizione da, ad esempio.
Essa può esprimere tutti e tre i casi sopra citati.
Vediamo come:

Da me non avrai niente
Vado da mamma
Resta da noi

Il da me della prima frase sarà in turco benden
Il da mamma della seconda frase sarà anneye
Il da noi della terza frase sarà invece bizde


Può essere utile a mio avviso pensare alla lingua inglese, in cui la distinzione fra queste preposizione è più netta e più facilmente traducibile in turco.
In ogni caso è certo che una sola ed unica traduzione è impossibile, e che questa si adatta di volta in volta al contesto, ma in linea generale possiamo dire che:


  • al suffisso -de corrispondono nel, in, al (italiano) oppure in, at, on (inglese)
  • al suffisso -e corrispondono al, a (italiano) oppure to (inglese)
  • al suffisso -den corrispondono dal, da (italiano) oppure from (inglese)


Ecco quindi un piccolo schema per fissare questi concetti.





Più avanti studieremo nello specifico ognuno di questi suffissi e faremo moltissimi esercizi.
Per il momento leggete questa panoramica e ricordate che la caratteristica dei casi della declinazione è che ogni parola-radice può contenere uno solo di questi suffissi. Sarebbe impossibile attribuire alla stessa parola più complementi, cioè più significati!

sabato 27 dicembre 2014

L'alternanza consonantica

Finora abbiamo studiato i rapporti precisi che intercorrono fra vocali nella lingua turca, cioè l'armonia vocalica (1, 2).

In questa lezione invece osserveremo le regole che riguardano alcune consonanti, cioè le regole dell'armonia consonantica.

Come al solito si tratta di nozioni che andrebbero naturalmente acquisite "a orecchio", oltre che ricordate, per il semplice fatto che sono state stabilite proprio per suonare meglio.
Anche in questo caso sono state sviluppate due regole.

La prima regola riguarda il caso in cui alcune consonanti siano seguite da vocali; il secondo invece riguarda il caso di alcune consonanti seguite da consonanti.


La prima regola riguarda le consonanti ç k p t
Quando una radice termina con una di queste consonanti ed è seguita da una vocale, queste si trasformano rispettivamente in c ğ b d.





Guardiamo lo schema. Come evidenziato dai colori, in questo caso le consonanti diventano più "morbide", pensiamo al colore rosso della ç che sfuma in un arancione trasformandosi in
c.

Ed ora facciamo qualche esempio:
ağaç   albero   ağacınız il vostro albero
etek    gonna   eteğin     la tua gonna
kebap kebab   kebabı    il suo kebab
kanat  ala        kanadı    la sua ala

Vi segnalo una dritta che mi è stata insegnata per ricordare queste consonanti:
keap.


Tuttavia sono moltissime le parole che non seguono questa regola, soprattutto quelle di origine straniera (park -> parkı), quelle monosillabiche (top -> topu) e molte radici verbali (kokmak -> kokuyorum).

Per questo vi consiglio di acquisire queste norme esercitandovi, leggendo e parlando turco.

La seconda regola riguarda le consonanti ç f h k p s ş t.
In questo caso, quando una radice termina con una di queste lettere ed è seguita da un suffisso che inizia con d, g o c, l'iniziale di quest'ultimo cambierà rispettivamente in t, k e ç.




Guardiamo lo schema. In questo secondo caso le consonanti, trasformandosi, diventano più "dure".

Qualche esempio:
çiçek fiore       çiçekçi fioraio (suff. -ci)
sınıf classe     sınıfta in calsse (suff. -da)
park parco      parktan dal parco (suff. -dan)
çalış lavorare  çalışkan laborioso (suff. -gan)
kebap             kebapçı venditore di kebab (suff. -cı)
üç tre              üçte alle tre (suff. -de)

Ci sono diversi modi e filastrocche per ricordare quali consonanti causano questa alternanza consonantica.
Il testo Güle güle riporta questo:
Efe Paşa çok hasta (Efe Pascià è molto malato)

Un'alternativa che mi è stata insegnata e trovo più immediata è questa:
Fıstıı Şahap (Şahap il venditore di pistacchi)

Anche in questo caso sarà importantissimo acquisire queste nozioni con l'esercizio più che con la memoria. Iniziate a formare il vostro "orecchio turco", vedrete che presto una parola pronunciata senza considerare queste regole inizierà a suonarvi strana, e allora non avrete più bisogno di sforzarvi! 

IN BREVE:


  • Per la prima regola ricordatevi la salsa rossa, KeTÇaP.
  • Per la seconda regola ricordate il vostro nuovo amico FıSTıKÇı ŞaHaP.



Esercizio - I suffissi di tipo i

Inserisci la vocale giusta (i, ı, u, ü)

Inserisci la vocale giusta (i, ı, u, ü)

Scrivi la vocale giusta negli spazi vuoti. Premi il tasto controlla per verificare le risposte quando hai finito.
1) Nasılsnz?
2) İyiym
3) Tuzlk
4) Çocuklk
5) Ağacn yapraklarn düşt
6) Yemeklere nane koymak sağlıkl bir alışkanlk
7) Bu pastanenn tatlılarndan deliryorum
8) Televisyondaki programa babamn akrabalar katıld ama o henüz bilmyor
9) Gençlğm boyunca çok hata yaptm
10) Evmn anahtarn kaybettm
11) Farklılk nerede?
12) İyi ki varsn
13) Evden çıkmadan önce kedime mamay bıraktm
14) Kız kardeşmz sigara içmez

L'armonia vocalica. Seconda regola

Riprendiamo in questo articolo lo studio dell'armonia vocalica.
Precedentemente abbiamo visto come la prima regola intervenga sui suffissi di tipo -e.


Questa seconda regola riguarda invece i suffissi di tipo –i.

Quando usiamo questi suffissi ci troviamo di fronte ad una scelta vocalica più vasta. Abbiamo infatti quattro opzioni, perché 
la i contenuta nel suffisso può trasformarsi in i, ı, ö oppure ü.
Come sempre la scelta dipenderà dall’ultima vocale contenuta nella parola-radice.
Questa seconda regola è ovviamente un po’ più complessa e, almeno inizialmente, quando il vostro “orecchio” non sarà ancora allenato, dovrete sforzarvi di memorizzarla, ma presto vi suonerà assolutamente naturale.
Nello schema vedremo in successione i rapporti fra vocali e per facilitare la comprensione riporterò degli esempi con diversi suffissi di tipo –i, dei quali ora ci interessa soltanto la vocale e non il significato che studieremo più avanti.


 Guardiamo lo schema.

Quando l’ultima vocale della radice è una a od una ı
, il suffisso prenderà la vocale ı
ayakkabı scarpa ayakkabı
-lık scarpiera
çanta borsa çanta-mız la nostra borsa

Quanto l’ultima vocale della radice è una o od una u, il suffisso prende sempre vocale u
top palla, tondo top-lu rotondo
mum candela mum-luk candelabro

Quando l’ultima vocale della radice è una e od una i, il suffisso prende sempre vocale i
efsane leggenda efsane-si la sua leggenda
mini piccolo mini-cik piccolino

Quando l’ultima vocale della radice è una ö od una ü, il suffisso prende sempre vocale ü
söz parola sözlük vocabolario
süt latte sütlü al latte (agg.)


Dunque ora sappiamo che quando leggiamo un suffisso di questo tipo, dobbiamo sempre immaginare che esso possa in realtà avere quattro  forme.
Cioè, per esser chiari, -li, -
, -lu e –lü
sono tutti lo stesso suffisso!
IMPORTANTE: nessun suffisso può contenere le vocali oö.
Nel libro Lezioni di Turco di Fatma Emine Umur, un piccolo manuale tascabile che consiglio di acquistare, la professoressa ha ideato un metodo molto intelligente per ricordarci di questa regola, cioè scrivere i alla quarta (i
4).
Annotare in questo modo i suffissi di tipo i che man mano incontreremo può essere  molto utile, quindi vi consiglio di prendere appunti utilizzando proprio questo metodo finché non ne avrete più bisogno.


ESERCIZI:
Ecco un esercizio in cui dovrete inserire la vocale giusta seguendo la seconda regola dell'armonia vocalica. Non vi soffermate tanto sul senso delle frasi per il momento, ma solo sulla scelta corretta fra le quattro possibili vocali. Troverete a disposizione anche i caratteri non latini necessari a completarlo, così che non dovrete modificare alcuna impostazione della vostra tastiera.
Vai all'esercizio

giovedì 25 dicembre 2014

Esercizio - Il suffisso del plurale

Crea la forma plurale delle seguenti parole

Crea la forma plurale delle seguenti parole

Scegli il suffisso corretto
1) Muz
2) Ev
3) Baba
4) Deniz
5) Yaşlı
6) Zeytin
7) Top
8) Yıl
9) Renk
10) Tarih
11) Kuş
12) At
13) Ada
14) Göz
15) Mont